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La cultura nei media di Giorgio Zanchini

 

 

Giorgio Zanchini nasce a Roma il 30 gennaio 1967. Giornalista di origine romana mosso da una fortissima passione per la scrittura e in generale per la valorizzazione degli ambiti culturali, Giorgio Zanchini è un volto, ma soprattutto una voce molto nota al pubblico affezionato ai programmi radiofonici dell’emittente pubblica. Questo speaker versatile e talentuoso è anche un conduttore televisivo, giornalista e affermato scrittore, tanto da essersi guadagnato nella propria nicchia un ruolo di sempre maggiore rilevanza.

Fin da quando è molto piccolo mostra una notevole passione per il giornalismo: non stupisce perciò il suo sogno di tramutare quest’amore in una carriera vera e propria. Dopo aver concluso gli studi superiori, Giorgio Zanchini si iscrive all’università La Sapienza di Roma, dove inizialmente consegue una laurea in giurisprudenza.

A seguito di questo primo importante traguardo, Giorgio torna al suo amore originario, scegliendo di specializzarsi in Giornalismo e Comunicazione di massa presso l’affermata Libera università internazionale degli Studi sociali Guido Carli (LUISS) nella sezione di Roma. Come dimostrano del resto i suoi traguardi professionali, sin da giovane Zanchini mostra una notevole determinazione che, unita a un pizzico di intraprendenza, lo porta a seguire le proprie ambizioni.

La capacità di credere in sé stesso, fondamentale per sfondare nell’ambiente lavorativo, si rivela cruciale per partecipare a un concorso per lavorare in RAI, che supera con successo nel 1996.

Le tappe della carriera in Rai di Giorgio Zanchini sono svariate: dapprima trascorre molti anni al Giornale Radio Rai di Radio 1, poi nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014 passa invece a Radio 3 per fare nuovamente ritorno a Radio 1 a partire dal 2015.

Tra i programmi più importanti da lui condotti o che lo vedono come protagonista vi sono il Baco del Millennio, chiaramente ispirato all’espressione inglese Millennium bug, in voga a cavallo tra il 1999 e il 2000 per descrivere le paure tecnologiche legate al cambio del millennio; così come Radio anch’io, alla cui conduzione si alterna per diverse stagioni.

Un altro programma importante è Tutta la città ne parla, che lo vede impegnato fino al 24 maggio 2014.

Dopo aver fatto un’importante carriera nel mondo radiofonico, la bravura di Giorgio Zanchini viene notata dai dirigenti della RAI, che lo scelgono per sostituire Corrado Augias nella trasmissione televisiva Quante Storie, in onda su Rai 3.

La decisione di affidare a Zanchini la conduzione di questo programma mattutino a partire dalla stagione 2019 deriva dalle ottime performance da lui ottenute durante un talk show sulla spiritualità, Il Cielo e la Terra, andato sempre in onda su Rai 3, nonché uno speciale trasmesso su Rai 5.

Inoltre, nel corso degli anni pubblica svariati libri: da Teledemocrazia – sudditi o cittadini, il primo edito nel 1996, passando per Il giornalismo culturale, Infocult, Quale cultura per quale mercato e Sotto il radioso dominio di Dio.

La sua ultima fatica letteraria “La cultura nei media dalla carta stampata alla frammentazione digitale”(Carocci Editore 2024).

Negli ultimi tre decenni il paesaggio mediatico e l’offerta giornalistica hanno conosciuto cambiamenti radicali. L’informazione culturale è stata parte di questi processi, la trasformazione digitale ha toccato profondamente forme e contenuti della presenza della cultura sui media. Il volume descrive il mondo di ieri – con la sua mappa delimitata, le sue gerarchie, i suoi percorsi dell’informazione definiti, controllabili, intermediati da giornalisti e critici – e il mondo di oggi – frammentato, orizzontale, orientato da piattaforme e algoritmi –, restituendo un affresco che permette di leggere continuità e fratture nel lungo arco che va dalle riviste del XVII secolo alle terze pagine dell’età contemporanea, senza tralasciare gli influencer e i book-toker.

La parola media come spiega bene Giorgio Zanchini si affaccia ormai quotidianamente nelle nostre vite, che appaia sulla pagina scritta di un giornale, scintilli sulla schermata di un sito o emerga da radio e televisione. Non c’è da stupirsi: proprio con la comunicazione ha strettamente a che fare, considerato che si usa per indicare proprio i mezzi di informazione (giornali, televisione, internet), i famigerati mass media.

Gli anni Ottanta. Un tempo senza Internet in cui la televisione è considerata un mezzo innovativo benché esistesse da trent’anni per diffondere le notizie o anche le “voci”. Queste ultime, secondo l’autore, sono una forma di potere oltre i canali ufficiali e nel suo scritto ne vede le origini, la diffusione, le ragioni del perché nascono le voci, dove nascono ( casa, media, uffici, fabbriche), quali sono le matrici profonde e infine la possibilità di difendersi dalle voci attraverso il silenzio, la smentita o una controvoce.

E’ un libro di conoscenza del linguaggio per immagini e della comunicazione dei mass media, per comprendere la natura dei messaggi che riceviamo e per collocarsi a una distanza critica e sviluppare un proprio giudizio, in modo da essere in grado di accettare o rifiutare quanto a noi proposto per non subirlo passivamente.

Giorgio Zanchini ci riporta alle nostre responsabilità di fruitori dei mass media e che ci restituisce la dimensione di dignità di cittadino il cui comportamento può e deve influenzare i media e non il contrario.

L’autore analizza e riflette sulla realtà della comunicazione di massa in Italia divenuta sempre meno etica e sempre più legata alle leggi del mercato pubblicitario che appiattisce da un punto di vista culturale l’informazione prodotta dai mezzi di comunicazione. I dati dell’analfabetismo della popolazione adulta italiana sono disarmanti.

La televisione spesso è il canale relazionale con il mondo, il canale informativo maggiormente seguito, ma quelli che avrebbero gli strumenti per una visione critica la tengono spenta, mentre resta accesa in più stanze della casa per quelli che non possiedono tali strumenti. Perché nessuno si cura di tutelare queste persone?

L’avvento dei media elettronici nella storia dell’umanità ha chiaramente portato cambiamenti epocali nel comportamento degli individui e delle masse, sia in ambito personale sia a livello generale. In effetti, uno dei dibattiti ancora oggi più accesi come precisa Zanchini riguardo alla questione concerne la natura positiva o negativa di tali cambiamenti, tendendo spesso e volentieri a dare ragione alla seconda ipotesi.

Qual è stata, fondamentalmente, si chiede l’autore la grande rivoluzione dei media elettronici? Quella di avere incredibilmente ampliato il nostro senso del luogo. Dove, prima dell’avvento di radio e TV, i nostri confini mentali corrispondevano a quelli materiali, la nostra visione era estremamente ristretta, e le uniche sollecitazioni arrivavano dalla carta stampata, che era riservata a un’élite di persone capaci, attraverso la lettura, di decodificarle; senza contare che le notizie potevano impiegare settimane, perfino mesi, per essere portate a conoscenza dei lettori.

Ma il lettore attento potrà, basandosi su quanto esposto, continuare e ampliare il ragionamento.

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