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Esistono gli italiani? Indagine su un’identità fragile di Giorgio Zanchini

Giorgio Zanchini (Roma, 30 gennaio 1967) è un giornalista, conduttore radiofonico, conduttore televisivo e saggista italiano.

Laureato con lode in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” si è specializzato in Giornalismo e comunicazioni di massa presso la Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss) di Roma. È entrato in Rai attraverso un concorso nel dicembre del 1996. Inizialmente ha lavorato al Giornale Radio Rai, a Radio 1, dal 2010 al 2014 a Radio 3, dal 2014 nuovamente a Radio 1. Ha condotto Il baco del millennio e, fino al 24 maggio 2014, Tutta la città ne parla, su Radio 3.

Attualmente conduce la trasmissione radiofonica Radio anch’io.

Dal 28 giugno al 23 agosto 2022 conduce in prima serata su Rai 3, con Roberta Rei, la trasmissione Filorosso.

Fuori dal mondo radiotelevisivo tiene lezioni, master e seminari sul giornalismo in diverse università. Con Lella Mazzoli è il direttore del Festival del giornalismo culturale dal 2013. È vicedirettore della rivista I diritti dell’Uomo, cronache e battaglie. Fa parte del comitato scientifico dei problemi dell’informazione.

Esistono gli italiani? Indagine su un’identità fragile l’ultima sua fatica letteraria edito da Rai libri sembra un quesito bizzarro, ma in realtà sull’identità del nostro popolo si sono interrogati da sempre in tanti, con risposte molto diverse, tra l’orgoglio e lo sconforto. Ha ancora senso chiederselo? In un mondo sempre più piatto, più globalizzato, sempre connesso, si può ancora parlare di un carattere italiano? Giorgio Zanchini, prova a indagare su questa vecchia questione, interrogando esperti di vari campi e analizzando umori e stato d’animo di ascoltatori e telespettatori del nostro Paese.

È una lunga riflessione sul tema e sul concetto di italiani e di nazione.

Il grande giornalista nonché uomo si chiede come mai, a differenza degli altri paesi europei, viga in Italia una società di egoismi razionali e perché mai, il modello di società civile avrebbe educato tutti al senso di uno Stato unitario.

La società e il vincolo sociale sono tra i punti più importanti del suo saggio. Le società fissano i buoni costumi e le virtù pubbliche e definiscono gli interessi per la collettività, creando una società ben ordinata. Un mondo condiviso di cose, in mancanza di un’unità politica, comporta l’importanza a perseguirle da parte di ciascuno nel vivere la propria vita.

In questa universale dissoluzione dei principi sociali, in questo caos che veramente spaventa il cuor di Zanchini, e lo pone in gran forse circa il futuro destino delle società civili e in grande incertezza del come possano durare a sussistere in avvenire, le altre nazioni civili, hanno un principio conservatore della morale e quindi della società, che benché paia minimo, e quasi vile rispetto ai grandi principi morali e d’illusione che si sono perduti, pure è d’un grandissimo effetto.

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