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Il ritorno degli imperi di Maurizio Molinari

Nato a Roma in una famiglia di origine ebraica, Molinari studia all’Harris Manchester College dell’Università di Oxford e all’Università Ebraica di Gerusalemme e all’ Università di Roma La Sapienza laurea in scienze politiche nel 1989 e in storia nel 1993. È giornalista dal 1984, dove la sua prima collaborazione risale La Voce Repubblicana (organo di stampa del Partito Repubblicano Italiano),giornalista professionista dal 1989.

Molinari vive a Milano, è sposato dal 1994 (quando lavorava a L’Indipendente) con Micol Braha, ebrea italo-libica. La coppia ha quattro figli, tutti nati a New York.

Il suo ultimo saggio “Il ritorno degli imperi” arriva in libreria per Rizzoli il 18 ottobre 2022.

L’invasione russa dell’Ucraina è il momento di frattura dell’ordine internazionale scaturito dalla fine della Guerra fredda. Il conflitto innescato da Vladimir Putin nel cuore dell’Europa accelera un mutamento che sconvolge il mondo in cui viviamo, fa emergere in maniera brutale come sul pianeta vi siano quattro grandi attori, le cui caratteristiche e capacità sono a tal punto superiori rispetto al resto della comunità internazionale da poter rispolverare, come propone Maurizio Molinari, la definizione di imperi, reali o potenziali. Russia, Unione europea, Stati Uniti e Cina popolare: una partita fra vecchie e nuove grandi potenze, ognuna con un’identità, una genesi storica, degli interessi e un orizzonte assai peculiare, ingaggiate in una sfida per la leadership globale che non ha più connotati solo economici e diplomatici, ma anche militari. Maurizio Molinari, da sempre attento osservatore della politica internazionale e profondo conoscitore delle dinamiche in atto, ci aiuta a capire quali esiti può avere questo confronto, spiegandoci, anche con lo strumento delle mappe, la portata dei mutamenti a cui stiamo assistendo e la minaccia che incombe sulla sicurezza di tutti noi, europei in primis. Perché il conflitto in Ucraina non costituisce solo il ritorno della guerra nel Vecchio Continente, ma offre una rappresentazione drammatica della sfida tra democrazie e autocrazie, che solo una attenta analisi come quella offerta in queste pagine può permetterci di comprendere a pieno. Nella consapevolezza che quelli a venire saranno anni difficili e di tensione crescente, per far fronte a una minaccia che tutti, leader e opinioni pubbliche, hanno il dovere di comprendere per poter poi disinnescare.

La guerra che non c’era adesso c’è. La Russia di Putin sta attaccando da più fronti, compresa la Crimea. Gli USA e la Nato sono pronti alla difesa della indipendenza dell’Ucraina e dei confini dell’Europa. La guerra che non c’è. Un reportage esclusivo, scritto dal giornalista Maurizio Molinari. Da Donetsk a Lugansk, passando per Kiev, un’odissea fra trincee, battaglie e posti di blocco, miliziani dal volto umano. L’obiettivo, osservare il vero volto della guerra: senza pregiudizi né retorica, ma con lo spirito di chi cerca la verità.

Dire Russia per molti significa dire Vladimir Putin. Da più di quindici anni al governo di un Paese di enormi dimensioni, che si estende dal Mar Baltico al Pacifico, l’uomo più potente del mondo. Non solo. Con una strategia politico-istituzionale aggressiva e spregiudicata, che in più occasioni è parsa lontana dagli standard delle democrazie occidentali, è diventato uno degli attori principali sullo scenario geopolitico contemporaneo. Ma quali sono le ragioni profonde di questo successo? Quale è il segreto di un potere così incontrastato? Secondo Maurizio Molinari, Putin si è impegnato a fondo nella ricostruzione dell’identità russa, rinnovando un bagaglio di simboli, valori e ideali rimasti sepolti per secoli. Consapevole del peso della tradizione, Putin ha saputo gestire a proprio vantaggio la memoria pubblica della Rivoluzione d’Ottobre, rafforzando al tempo stesso il ruolo della Chiesa ortodossa, cui ha garantito un nuovo spazio sociale. Ha rispolverato, insomma, un’ideologia e una missione. E da queste premesse, il Direttore ci fa capire in pagine documentate e illuminanti, che dobbiamo necessariamente partire se vogliamo capire qualcosa di più della Russia odierna e del nostro presente, dalla guerra al terrorismo in Cecenia al conflitto con l’Ucraina per l’annessione della Crimea, dalla dottrina militare anti-Nato all’attuale intervento in Siria, che agita i fantasmi di una guerra fredda collocata troppo in fretta negli archivi della Storia.

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