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La marcia su Roma di Giorgio Dell’Arti

 

Editorialista della Stampa e della Gazzetta dello Sport, Dell’Arti è stato finalista del Premio Viareggio con Il giorno prima del 68. Ha curato e diretto, dal 1996 al 2018, l’edizione del lunedì deI Foglio (detto anche l Foglio Rosa). Nel 2009 ha condotto il programma di approfondimento Ultime da Babele su Radio1. Attualmente scrive anche per il supplemento Robinson de la Repubblica (governa il torneo letterario del supplemento, secondo una sua vecchia idea già sperimentata sul Venerdì), tiene una rubrica di informazione politica sul settimanale Oggi e una rubrica letteraria sul Fatto. È suo il sito Cinquantamila fondato nel 2011 in partnership col Corriere della sera, e realizzato in occasione dei 150 anni dell’unità: “cinquantamila” è, approssimativamente, il numero di giorni di cui è composta la storia italiana a partire dal 1861. Nel 2014 ha condotto la trasmissione del mattino “Radio1 in Corpo 9” sul primo canale radiofonico della Rai. È autore del Catalogo dei viventi pubblicato da Marsilio Editori.

Separato, ha due figlie, Lucrezia e Arianna. La sua attuale compagna è la giornalista del Corriere della Sera Lauretta Colonnelli.

Dal 2017 è direttore della newsletter Anteprima, un vero e proprio quotidiano realizzato anche con la lettura notturna dei quotidiani in arrivo in edicola. A chi gli fa avere la sua mail (scrivendo a giorgiodellarti@icloud.com), il giornale viene inviato gratis per un mese.

Il libro breve, agile, di Giorgio Dell’Arti, La marcia su Roma (La Nave di Teseo 2022), anche nel suo formato quasi tascabile, si pone un diverso obiettivo: raccontare ai lettori non specialisti.
Dell’Arti è un giornalista, non uno storico; la differenza è che mentre lo studioso fa parlare le fonti, e da quelle parte per le sue ricerche a tutto campo, il giornalista invece fa parlare molto i giornali dell’epoca, per ricostruire un’atmosfera, una temperie culturale che restituisca gli umori della gente e dei protagonisti di quella storia lontana solo in apparenza. Nelle pagine del libro si colgono spesso riferimenti non troppo velati al presente, che ne rendono la lettura interessante e coinvolgente. La Marcia su Roma conclude una storia che, nel racconto di Giorgio Dell’Arti, parte dal 1861, cioè dalla proclamazione dell’Unità d’Italia. I liberali, di destra e di sinistra, che governarono il paese appena divenuto una nazione, erano sostanzialmente un’élite di borghesi e aristocratici da cui le masse erano escluse.

La Marcia su Roma, la cui data convenzionale è quella del 28 ottobre 1922, nel libro di Dell’Arti viene scandita quasi a voler descrivere l’incertezza, la contraddittorietà, i cambi d’opinione e di ordini, le diverse personalità che ne furono protagoniste o antagoniste, che caratterizzarono quelle convulse giornate. L’alternanza di tante voci e di diverse generazioni ha attribuito un potente significato “storico” oltre che semplicemente letterario a questa intensa lettura.
I fascisti hanno incominciato la marcia su Roma”. Un sabato piovoso di 96 anni fa diede inizio all’era fascista. Benito Mussolini, alla guida dello PNF (Partito Nazionale Fascista), decide che è arrivato il momento di forzare la situazione per consentire al suo partito di andare al potere. Il 28 ottobre 1922 circa 25.000 camicie nere si dirigono verso Roma rivendicando al sovrano d’Italia, Vittorio Emanuele III, la guida politica del Regno minacciando la presa del potere con la violenza. Due giorni dopo, Vittorio Emanuele III cede alle pressioni dei fascisti incaricando Mussolini di formare un nuovo governo.
Fu allora che l’Italia perse la democrazia inaugurando il ventennio fascista.

Quindi la marcia su Roma si era risolta in una bruciante disfatta, il governo si era riunito in piena notte approvando lo stato d’assedio, l’esercito aveva assunto i pieni poteri, era partito l’ordine di arrestare i promotori del colpo di Stato, in primis Benito Mussolini. “Ma allora come fu possibile che il capo degli insorti diventasse poi il nuovo capo del governo?” La risposta si trova nella serie di eventi che incalzanti accadono nell’arco delle ventiquattro ore del 28 ottobre 1922, “giorno zero” nel calendario dell’era fascista. Fondamentale sarà la decisione di Vittorio Emanuele III di non firmare il decreto di stato d’assedio dando un enorme aiuto alla sfida pericolosa di Mussolini per la conquista del potere. Vittorio Emanuele III, un piccolo re per tempi troppo grandi per lui, non poteva certo immaginare che così facendo aveva appena condannato alla disfatta la dinastia dei Savoia alla quale apparteneva.

Gli accadimenti storici sono espressi e delineati in modo molto chiaro e preciso, e si riconosce la grande abilità di Giorgio dell’Arti nel tessere un perfetto ricamo nel far confluire, intrecciandoli alla perfezione, fatti realmente accaduti.

Un romanzo storico di fascino, che appassiona: La marcia su Roma è un cammino dove la storia è presente e ben descritta da Dell’ Arti ha una penna meravigliosa, delicata e scorrevole dove serve, forte, immersiva quando è necessario, sempre chiara e limpida, permette di entrare nella narrazione con mente e cuore.

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