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Siamo a Troina, in provincia di Enna, dove un bosco che da anni era in mano alla mafia è stato riconsegnato alla collettività e ora fornisce lavoro ai giovani

Il bosco di Troina è nel parco nazionale dei Nebrodi un paradiso verde formato da faggi e cerri, con sentieri impiegati ancora oggi per la transumanza, 4200 ettari di parco comunale che negli anni erano stati portati via al comune da alcune famiglie mafiose che su quelle terre avevano creato illecitamente le loro imprese valendosi dei fondi ed incentivi dell’Unione Europea decretati all’agricoltura.

Dal 2013 è cominciata la battaglia per riconsegnare  quei 4000 ettari di bosco alla comunità e senza il supporto e la pervicacia della gioventù locale, questa lotta non sarebbe stata plausibile.

Così dopo anni di battaglie pian piano, appezzamento dopo appezzamento i giovani di Troina si sono ripresi il loro bosco e hanno istradato i loro progetti proprio dentro quest’area verde, andando nella direzione del significato  del territorio, della legalità e della formazione delle attività locali.

Così sono nati diversi progetti come l’azienda Silvo-Pastorale che amministra l’allevamento di 115 asini, 18 cavalli, e da lavoro a molti giovani dal territorio. L’azienda agricola produce saponi, creme viso, ma anche insaccati molto richiesti  come la mortadella ed il salame di asino, l’azienda è supportata e fa parte della rete delle fattorie  e sta supportando il progetto di “Legalità di Razza” in cui lavorano 8 ragazzi che curano gli animali e che vuole tutelare le specie protette come l’asinello ragusano e il cavallo sanfratellano.

Poi un progetto che ha per protagonista il legno e l’estrazione delle risorse, che prevede il taglio di piante di cerro e faggio da cambiare  in pellet per la vendita.

Tante opportunità  che stanno mettendo a frutto i volenterosi lavoratori locali, per tutti loro, come per il loro sindaco, il bosco rappresenta un luogo del cuore e c’è un legame tra la popolazione e il loro bosco, che arduamente si potrà recidere.