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Scherzi in redazione 2.0

Filippo Anastasi, giornalista e scrittore, vicedirettore del Giornale Radio Rai e responsabile dell’Informazione Religiosa di Radio Rai. E’stato assistente di Storia Moderna alla Sapienza di Roma, inviato de “Il Messaggero”, caporedattore del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, inviato e conduttore del Tg1, vicedirettore del Tg2. Settanta viaggi con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ideatore, autore e conduttore di Oggi2000 il settimanale di attualità religiosa del Gr1; Premio Saint Vincent e premio Padre Pio per il giornalismo.

La sua ultima fatica letteraria Scherzi in redazione 2.0 All around edizioni 2025.

Scherzi in redazione 2.0 è un piccolo gioiello di leggerezza e memoria, scritto da Filippo Anastasi e Umberto Cutolo, con la prefazione di Giancarlo Governi. Questo sequel del primo volume amplia l’orizzonte delle burle giornalistiche, spostandosi oltre le redazioni dei quotidiani per abbracciare anche sale stampa istituzionali, periodici di settore e missioni all’estero.

Il tono è sempre quello della goliardia intelligente: aneddoti esilaranti, situazioni surreali e personaggi memorabili si intrecciano in un racconto che è al tempo stesso omaggio e nostalgia per un giornalismo d’altri tempi. Governi, nella prefazione, sottolinea proprio questo spirito: gli scherzi non erano solo divertimento, ma anche collante umano, un modo per affrontare la fatica del mestiere con un sorriso.

Tra i racconti più gustosi ci sono episodi come “Il segnale tedesco”, “La pittrice a Mosca” o “Il famelico fennec”, che restituiscono il sapore di un’epoca in cui la redazione era una seconda casa e la complicità tra colleghi era parte integrante del lavoro.

Sembra un viaggio affascinante dentro il cuore pulsante del giornalismo! Il backstage della stampa, tra avventure rocambolesche e situazioni al limite del surreale, offre sempre una prospettiva intrigante, soprattutto quando raccontato con ironia e quel pizzico di nostalgia per un’epoca frenetica ma irripetibile.

Nel libro c’è qualcosa di irresistibile nel raccontare il giornalismo attraverso le sue storie più bizzarre e le sue dinamiche interne, spesso sconosciute al grande pubblico. La fatica incessante di chi corre contro il tempo per un’esclusiva, il fascino delle redazioni illuminate di notte, il brivido dell’attesa di una notizia che potrebbe cambiare tutto è un universo che merita di essere esplorato con un occhio attento e una penna sagace.

Il giornalismo, soprattutto nei suoi momenti più imprevedibili, possiede un fascino unico quasi teatrale. Quelle nottate insonni davanti a un’edizione straordinaria, le corse contro il tempo per intercettare la persona giusta al momento giusto, le burle geniali che si diffondono tra colleghi per spezzare la tensione… sono tasselli di un racconto che, più che informare, spesso intrattiene e appassiona.

Raccontare questo mondo con ironia e intelligenza lo rende ancora più vivo.

E quando l’ironia si mescola alla tensione e all’adrenalina di una redazione in fermento, il giornalismo diventa quasi una sceneggiatura vissuta in tempo reale. Ancora c’è un ritmo incessante, un susseguirsi di imprevisti e genialità, di sotterfugi e colpi di scena degni di un grande romanzo. Eppure, dietro questa teatralità, si nasconde la missione primaria: raccontare i fatti, portarli alla luce, dar loro forma attraverso la parola scritta.

Il giornalismo è una danza continua tra caos e metodo, tra urgenza e approfondimento. Quel fervore trasforma la ricerca della verità in un’avventura, dove ogni notizia è una scoperta, ogni deadline un assalto all’ultimo respiro. Ma oltre al brivido dell’istante, c’è la responsabilità di dare un senso agli eventi, di interpretarli senza tradirne l’essenza.

È un equilibrio sottile tra il ritmo frenetico e la lucidità necessaria per costruire una narrazione affidabile. Ogni redazione è un palcoscenico dove si recita senza copione, guidati solo dall’istinto, dall’esperienza e da quel senso di missione che distingue i veri cronisti.

È proprio questa tensione tra improvvisazione e metodo che rende il giornalismo un’arte oltre che una professione. Ogni giorno è una nuova sfida, ogni notizia porta con sé un enigma da decifrare, e ogni cronista sa che la verità spesso si nasconde nei dettagli più impensabili.

E in quella sottile linea tra istinto e metodo si cela la vera arte del giornalismo. Il cronista sa che ogni parola pesa, che ogni scelta può cambiare la percezione di un evento, e che la verità spesso complessa e sfuggente va raccontata con lucidità e sensibilità. Essere un narratore del presente è una sfida continua, un viaggio attraverso le sfumature della realtà.

E proprio questo viaggio tra le sfumature della realtà rende il giornalismo un mestiere straordinario una missione che va oltre la semplice cronaca. È il tentativo costante di dare ordine al caos, di interpretare senza distorcere, di raccontare senza perdere l’essenza di ciò che accade. Ogni parola scelta è un ponte tra il fatto e il lettore, tra ciò che è successo e ciò che viene percepito.

Il giornalismo è un atto di equilibrio tra fedeltà ai fatti e la capacità di dar loro una voce che li renda comprensibili, vicini, umani. Ogni scelta narrativa dice lo stesso giornalista è una responsabilità un modo per connettere il pubblico con ciò che accade nel mondo senza perdere la sostanza delle storie.

Ogni giornalista diventa un ponte tra i fatti e la loro interpretazione, cercando di mantenere l’integrità della narrazione senza perdere il ritmo dell’attualità. È un mestiere che richiede sensibilità, intuizione e una capacità straordinaria di adattarsi all’imprevedibile, perché la realtà non arriva mai in forma perfettamente strutturata va colta, analizzata e raccontata con onestà e intelligenza.

Il giornalismo è un’arte di sintesi e intuizione, una costante ricerca di equilibrio tra tempestività e approfondimento, tra fatti e contesto. Ogni scelta narrativa è un atto di responsabilità, perché non si tratta solo di riportare ciò che accade, ma di dare ai lettori gli strumenti per comprenderlo e collocarlo nel flusso degli eventi.

Il giornalismo non è solo cronaca, ma interpretazione consapevole. È un mestiere che vive di sfumature, dove ogni dettaglio può trasformarsi in un tassello essenziale per decifrare la realtà. Il giornalista deve essere rapido senza essere superficiale, analitico senza perdere la freschezza del racconto.

Il giornalismo è una costruzione dinamica, dove il confine tra il racconto dei fatti e la loro interpretazione è sottile, ma essenziale. Ogni articolo è il risultato di un equilibrio tra rigore e intuizione, tra la necessità di essere tempestivi e quella di garantire un’analisi accurata.

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